Situazione al limite del surreale nella annosa diatriba tra
l’ILCE, la società privata che ha in concessione la gestione dell’acquedotto
municipale e che inoltre riscuote, per
conto del comune, i canoni di fognatura/depurazione, ed il Comune stesso.
Son ormai diversi mesi che il Meetup di Albenga si
occupa di questo tema, anche con
incontri pubblici con i cittadini e siamo giunti ad un quadretto per nulla edificante che mette per l’ennesima volta in
luce l’incapacità e la non volontà di trattare con la giusta attenzione
l’interesse pubblico, privatizzando, nel più classico degli stereotipi, i
guadagni e socializzando le perdite.
Dato il drammatico momento economico che stiamo vivendo è la
più classica delle dimostrazioni di come la classe politica al potere, anche ad
Albenga, sia totalmente estranea e distante dal bene dei cittadini.
E’ un dato di fatto incontestabile che il ventennale
contratto di gestione del pubblico acquedotto municipale sia scaduto in data 30
giugno 2007. A questo punto l’ILCE invece di restituire gli impianti, grazie ad
una clausola capestro incautamente (?????) inserita nel contratto del 1986 ha
presentato al Comune un conto di 8.904.482,31€ per la rete realizzata nel
Comune di Albenga più ulteriori 3.556.998,65€ per la rete realizzata FUORI dal
Comune di Albenga.
Il Comune di Albenga non ha contestato con la necessaria
decisione lo stratosferico conto presentato dall’ILCE e si è mosso con una
strategia decisamente debole e
rinunciataria. (Siamo sicuri che tra i componenti della precedente Amministrazione non ci sia stato nessun caso
di conflitto di interessi?)
Quindi,
con la scusa del debito vantato nei confronti del Comune, l’ILCE continua la
propria gestione oltre il 2007, segno evidente che qualche utile deve ben
ricavare da questa gestione se le è tanto ambita, ma tutta una serie di enti
dichiarano la non correttezza di detta proroga sempre colpevolmente tollerata
dal Comune di Albenga :
- nel piano di ambito la provincia
di Savona ha sancito che: “l’attuale normativa prevede che la concessione in
capo alla società ILCE cessi il 30 dicembre 2011
- l’Autorità Garante della
Concorrenza e del Mercato ha già comunicato in data 13 aprile 2011 il proprio
parere negativo alla concessione della proroga alla ILCE S.p.A.
Quindi, quanto meno dal 1 gennaio 2012, la ILCE sta
occupando, senza titolo, un bene comunale che non le appartiene ma che
appartiene a tutti i cittadini di Albenga qual è il pubblico acquedotto municipale
Ora apprendiamo dalla delibera n 109 del 9 aprile 2013
della Giunta Comunale che il comune di Albenga vanta nei confronti della ILCE
la non indifferente somma di 1.192.799,52€
Per cui, dall’oggi al domani, il Comune si sveglia dal
torpore nei confronti dell’ILCE che lo ha paralizzato in tutti questi anni e si
rende conto che avendo dato in
concessione ad una ditta privata la
riscossione del canone di Fognatura/depurazione sulla bolletta idrica, ora ha un ammanco di oltre un milione di euro
dalle proprie casse.
Come mai tanto colpevole silenzio sino ad oggi?
Se i crediti dovevano, per legge, essere versati al comune
ogni 3 mesi come è stato possibile che si sia accumulato un credito così
consistente?
Chi doveva vigilare ha vigilato ho aveva un (o due) occhio
chiuso?
Chi doveva intervenire aveva uno (o due) arti atrofizzati?
Quanto sarebbe andata avanti questa indecente situazione se
la drammatica realtà delle finanze comunali non avesse indotto il Comune alla
raschiatura del fondo del barile?
A chiudere questo
teatrino dell’assurdo dove i potenti vengono blanditi ed i
cittadini/sudditi ampiamente vessati si aggiunge il seguente fatto recentemente
avvenuto:
un centinaio di cittadini scrivono una lettera in carta
semplice indirizzata all’ILCE per richiedere la restituzione del canone di
depurazione non dovuto secondo una impressionante serie di sentenze tutte
concordemente favorevoli e, bizzarramente, ricevono una multa da parte del
locale ufficio della Agenzia delle
Entrate.
Il motivo? Senza alcuna
autorizzazione nè consenso da parte dei richiedenti l’ILCE (S.p.A. privata e quindi non occorre
apporre marca da bollo sulle missive a lei indirizzate) “gira” in blocco al
Comune di Albenga (ente pubblico necessitante di bollo) le lettere di protesta.
Il Comune , a sua volta, le inoltra alla Agenzia delle Entrate segnalando così
i “facinorosi” macchiatisi dell’orrendo delitto di voler vedere riconosciuti i
loro sacrosanti diritti di cittadini.
Quello che è ancor peggio, a dimostrazione estrema della attuale
situazione di sudditi e non di cittadini che noi tutti stiamo vivendo,
l’Agenzia delle Entrate, malgrado la domanda risulti incontestabilmente
indirizzate alla ILCE, invia prontamente lettera di mora e multa per un totale
di 34,42€ ai malcapitati, prestandosi inconsapevolmente ad apparire quasi fosse il braccio armato di chi vuole punire
l’onta di tanto ardire.
Noi cittadini del MeetUp Albenga chiediamo a gran voce di
porre fine a questo imbarazzante teatrino di rimpallo di responsabilità tra
amministratori che tutto fanno tranne che gestire la questione in modo
professionale, e che perseguono i
cittadini quando reclamano il rispetto
dei loro diritti invece di tutelarli come il loro ruolo pubblico
imporrebbe.
E’ giunto il momento di dire basta, la
situazione non è più tollerabile e i risultati delle recenti elezioni politiche
lo hanno ampiamente dimostrato.
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