venerdì 12 aprile 2013

ACQUE SPORCHE NELLA PIANA


Situazione al limite del surreale nella annosa diatriba tra l’ILCE, la società privata che ha in concessione la gestione dell’acquedotto municipale e che inoltre  riscuote, per conto del comune, i canoni di fognatura/depurazione, ed il Comune stesso.
Son ormai diversi mesi che il Meetup di Albenga si occupa  di questo tema, anche con incontri pubblici con i cittadini e siamo giunti ad un quadretto per nulla edificante che mette per l’ennesima volta in luce l’incapacità e la non volontà di trattare con la giusta attenzione l’interesse pubblico, privatizzando, nel più classico degli stereotipi, i guadagni e socializzando le perdite.
Dato il drammatico momento economico che stiamo vivendo è la più classica delle dimostrazioni di come la classe politica al potere, anche ad Albenga, sia totalmente estranea e distante dal bene dei cittadini.
E’ un dato di fatto incontestabile che il ventennale contratto di gestione del pubblico acquedotto municipale sia scaduto in data 30 giugno 2007. A questo punto l’ILCE invece di restituire gli impianti, grazie ad una clausola capestro incautamente (?????) inserita nel contratto del 1986 ha presentato al Comune un conto di 8.904.482,31€ per la rete realizzata nel Comune di Albenga più ulteriori 3.556.998,65€ per la rete realizzata FUORI dal Comune di Albenga.


Il Comune di Albenga non ha contestato con la necessaria decisione lo stratosferico conto presentato dall’ILCE e si è mosso con una strategia decisamente debole  e rinunciataria. (Siamo sicuri che tra i componenti della precedente  Amministrazione non ci sia stato nessun caso di conflitto di interessi?)
            Quindi, con la scusa del debito vantato nei confronti del Comune, l’ILCE continua la propria gestione oltre il 2007, segno evidente che qualche utile deve ben ricavare da questa gestione se le è tanto ambita, ma tutta una serie di enti dichiarano la non correttezza di detta proroga sempre colpevolmente tollerata dal Comune di Albenga :
            - nel piano di ambito la provincia di Savona ha sancito che: “l’attuale normativa prevede che la concessione in capo alla società ILCE cessi il 30 dicembre 2011
            - l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha già comunicato in data 13 aprile 2011 il proprio parere negativo alla concessione della proroga alla ILCE S.p.A.
           
Quindi, quanto meno dal 1 gennaio 2012, la ILCE sta occupando, senza titolo, un bene comunale che non le appartiene ma che appartiene a tutti i cittadini di Albenga qual è il pubblico acquedotto municipale

Ora apprendiamo dalla delibera n 109 del 9 aprile 2013 della Giunta Comunale che il comune di Albenga vanta nei confronti della ILCE la non indifferente somma di 1.192.799,52€
Per cui, dall’oggi al domani, il Comune si sveglia dal torpore nei confronti dell’ILCE che lo ha paralizzato in tutti questi anni e si rende conto che  avendo dato in concessione  ad una ditta privata la riscossione del canone di Fognatura/depurazione sulla  bolletta idrica, ora  ha un ammanco di oltre un milione di euro dalle proprie casse.
Come mai tanto colpevole silenzio sino ad oggi?
Se i  crediti  dovevano, per legge, essere versati al comune ogni 3 mesi come è stato possibile che si sia accumulato un credito così consistente?
Chi doveva vigilare ha vigilato ho aveva un (o due) occhio chiuso?
Chi doveva intervenire aveva uno (o due) arti atrofizzati?
Quanto sarebbe andata avanti questa indecente situazione se la drammatica realtà delle finanze comunali non avesse indotto il Comune alla raschiatura del fondo del barile?

A chiudere questo teatrino dell’assurdo dove i potenti vengono blanditi ed i cittadini/sudditi ampiamente vessati si aggiunge il seguente fatto recentemente avvenuto:
un centinaio di cittadini scrivono una lettera in carta semplice indirizzata all’ILCE per richiedere la restituzione del canone di depurazione non dovuto secondo una impressionante serie di sentenze tutte concordemente favorevoli e, bizzarramente, ricevono una multa da parte del locale ufficio della  Agenzia delle Entrate.
 Il motivo? Senza alcuna autorizzazione nè consenso da parte dei richiedenti  l’ILCE (S.p.A. privata e quindi non occorre apporre marca da bollo sulle missive a lei indirizzate) “gira” in blocco al Comune di Albenga (ente pubblico necessitante di bollo) le lettere di protesta. Il Comune , a sua volta, le inoltra alla Agenzia delle Entrate segnalando così i “facinorosi” macchiatisi dell’orrendo delitto di voler vedere riconosciuti i loro sacrosanti diritti di cittadini.
Quello che è ancor peggio, a dimostrazione estrema della attuale situazione di sudditi e non di cittadini che noi tutti stiamo vivendo, l’Agenzia delle Entrate, malgrado la domanda risulti incontestabilmente indirizzate alla ILCE, invia prontamente lettera di mora e multa per un totale di 34,42€ ai malcapitati, prestandosi inconsapevolmente ad apparire quasi  fosse il braccio armato di chi vuole punire l’onta di tanto ardire.

Noi cittadini del MeetUp Albenga chiediamo a gran voce di porre fine a questo imbarazzante teatrino di rimpallo di responsabilità tra amministratori che tutto fanno tranne che gestire la questione in modo professionale, e che perseguono i cittadini quando reclamano il rispetto  dei loro diritti invece di tutelarli come il loro ruolo pubblico imporrebbe.

E’ giunto il momento di dire basta, la situazione non è più tollerabile e i risultati delle recenti elezioni politiche lo hanno ampiamente dimostrato.

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