venerdì 4 ottobre 2013

Il progetto del Forno Crematoria di Leca: tra percezione e realtà

La storia è nota ma è tanto incredibile che vale la pena raccontarla:

un pomeriggio di sole del 13 di Agosto, con tutti al mare o a lavorare, distratti dagli impegni che affollano la stagione in riviera, la giunta Comunale non ha trovato altro da fare che dare dando il via libera, senza coinvolgere minoranza e cittadini,  alla realizzazione di un forno crematorio alle porte del cimitero di Leca di Albenga, accettando la proposta di un pool di imprenditori che, senza uno straccio di appalto o gara pubblica, si vedrebbe affidata la gestione per i successivi 20 (o 30) anni dei 5 cimiteri locali, la creazione di 40 nuove edicole e, soprattutto, la creazione del sopra citato  Forno Crematorio, vero motivo dell'interessamento, che dovrebbe avere un ritorno economico a 6 e più zeri, tutti destinati ai magnanimi paladini, alla faccia della collettività!

I fidi consiglieri di maggioranza hanno cercato fin da subito di difendere l'idea, parlando di "opportunità per la città di avere un opera senza spender un soldo" (ma se son tanto generosi perchè non partire dalla realizzazione del DEPURATORE che manca da 30 anni?) o parlando di inquinamento ridotto, confondendo (volutamente?!?) le emissioni dovute alle caldaie a gas metano e a quelle dovute all'incenerimento di un feretro di legno e relativa salma.


Quello che fa veramente paura sono gli effetti a lungo termine che un'operazione di questo genere genererebbe. sappiamo tutti quanto sia forti la PERCEZIONE delle cose rispetto realtà. La Guarnieri ha vinto un'elezione alimentando la percezione della paura degli extracomunitari, figuriamoci che effetto drammatico avrebbe un forno del genere su un terreno densamente abitato, coltivato ad aromatiche e prodotti tipici locali! sarebbe più forte di tutti i numeri che si possano snocciolare, di tutte le autorizzazioni amministrative, di tutte le motivazioni economiche!

chi vorrebbe mai comprare un "cuore di bue" sapendo che è stato coltivato accanto ad un inceneritore?
chi avrebbe il senno di acquistare, all'estero soprattutto, le piante di aromatiche, sapendo che son cresciute esposte a questo tipo di impianto? e che vi son alternative a pochi chilometri di distanza?
chi si permetterebbe di invitare il compratore estero nei propri terreni per poi dover giustificare la presenza scomoda del forno?

la percezione che daremmo agli acquirenti sarebbe devastante, un boomerang pericolosissimo che porterebbe ad un rapido tracollo economico di questa zona di Albenga a scapito di altre, lasciando decine di famiglie senza una fonte di reddito e di lavoro. 

Vogliamo parlare anche degli alloggi? Leca dispone di un'alta densità di abitazioni, anche di pregio architettonico. Basta parlare con qualsiasi agente immobiliare per aver conferma che un'elemento del genere, in un contesto abitativo, farebbe letteralmente azzerare il valore e rendendo ancor più improbabile una vendita!

Chiaramente, oltre alle percezioni, esistono anche i dati reali e concreti, che vedrebbero centinaia di persone di Leca esposte per decenni ai fumi di combustione di un forno che, per quanto controllato, creerà polveri sottili che saranno respirate e andranno a "sporcare" tuta la zona

Noi qui , come sempre, come cittadini liberi mossi da un bene comune, ci opponiamo a questa scelta presa di "nascosto", alle spalle della cittadinanza, con il solito gioco subdolo per favorire i pochi a DANNO della collettività
Non ci fermeremo mai. ci opporremo sempre a questo modo di operare alle spalle della cittadinanza, a questi comportamenti insensati di una giunta che ha oramai perso il senso della misura e crede di possedere il diritto divino di decidere sulla vita della cittadinanza senza che questa possa opporsi!

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