“Ah, che bellu ccafè!”
L'ufficio informazioni turistiche di Albenga si trasforma in un bar:
ultimo appello prima dell'ennesimo passo indietro.
In
questi giorni in merito a questo “bar letterario” che si vuole
fare in Piazza del Popolo, si è detto di tutto e il contrario di
tutto. Se per altri casi è necessario andare a scavare in mezzo a
carte e documenti vari, vedi la questione “Depuratore Ingauno”,
questa volta è davvero semplicissimo trovare il “bandolo della
matassa”. Se davvero si vuole avere un'idea della realtà scevra
da ogni qualsivoglia manipolazione, bastano 2 minuti. E' sufficiente
andare sul sito del Comune di Albenga, cercare alla destra della
schermata iniziale la voce “per il cittadino” e poi cliccare su
“bandi e avvisi”. Uno degli ultimi documenti che troverete è
proprio il bando tanto osannato o criticato in questi giorni.
Leggetelo e finalmente fatevi un'idea vostra e se serve indignatevi e
fate sentire le vostre voci ( questo il link alla pagina del sito del Comune di Albenga dalla quale potete scaricare il bando e gli allegati: http://www.comune.albenga.sv.it/servizi/bandi/bandi_fase02.aspx?ID=1485 ).
Le nuove tecnologie sono l'unico mezzo
che abbiamo per tutelarci.
Basta
con le opinioni fuorvianti, le frasi fatte e le bugie. Invitiamo i
cittadini di Albenga a non tener conto delle dichiarazioni dei nostri
carissimi politici ne tantomento delle nostre. Non dovreste nemmeno
perdere tempo a leggere queste poche righe, andate a cercare il bando
e allora si che gli accorati appelli dei nostri amministratori per
difendere il loro operato non serviranno a nulla. Saranno i fatti a
parlare.

Il
Sindaco Rosalia Guarnieri, per difendere questa iniziativa, dopo le
battute critiche del PD e le accuse sollevate dal nostro gruppo,
risponde candidamente che in realtà, l'operazione “bar
letterario”, ha valenza molto più ampia, poiché è volta a creare
una sorta di centro polifunzionale che integrerà accoglienza,
informazione turistica, biglietteria museale, punto di aggregazione
per i ragazzi e chi più ne ha, più ne metta. Tutto bellissimo, se
non fosse che, andando a leggere il bando che troviamo sul sito del
Comune, le cose siano ben diverse. Il testo del bando di gara
infatti, è quasi totalmente privo di tutte queste “mirabolanti
peculiarità”. Non si parla né di informazione turistica, né di
biglietteria museale. Si fa solo accenno, in maniera molto generica,
alle 50 iniziative all' anno che il futuro gestore è “invitato”
ad organizzare al suo interno, senza chiedere nient'altro, né una
scheda degli eventi che si intendono realizzare, né un curriculum
degli operatori, ai quali non è richiesta alcuna competenza
specifica né esperienza professionale. Come verrà rendicontata
quest'attività? Perchè il bando non richiede questi documenti?
Senza questo genere di vaglio, non solo questa struttura non servirà
a fornire alcun tipo di informazione, ma sarà anche vuota di ogni
qualsivoglia intento sociale. Eventi del tipo “il mercoledì della
brioche alla nutella”, “il sabato della pizzetta” o anche solo
le semplici aperture serali, potranno rientrare tra le 50 iniziative
di questo nuovo e fondamentale baricentro della società ingauna,
sempre che qualcuno, a suo buon cuore, dato che non è indicato nel
bando, vada a verificare che i 50 eventi si siano davvero svolti.
Inutile ribadire che non sono né indicate tempistiche per la
rendicontazione annuale degli eventi, né chi effettivamente se ne
occuperà e in che modo.


Se
solo Albenga promuovesse meglio il suo inestimabile patrimonio
storico-artistico, potrebbe quasi unicamente con il turismo,
risollevare l'economia dell'intera piana ingauna. Fino a che non ci
si renderà conto che i pochi turisti che ancora riescono a trovare
la torta di riso, non vengono per ammirare le nostre distese di
seconde case, ma le bellezze che la storia e la natura ci hanno
donato, continueremo ad andare nella direzione sbagliata.

A
parte l'amara ironia, invitiamo nuovamente tutti ad andare a leggere
il bando che si trova sul sito del Comune di Albenga; non servono le
nostre parole o quelle di altri, lasciate che siano i fatti a parlare
e rendetevi conto da soli di cosa sia vero o meno, senza
strumentalizzazioni o altro. Si chiamano atti pubblici, proprio
perchè dobbiamo imparare a non farci prendere per il naso.
Comunicato
stampa del 18 maggio 2013
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